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giovedì 1 ottobre 2009

Monica Vitti, bellezza della mia infanzia

"Vedi quell'uomo laggiù, quello che pesca. Viene qui da tanti anni, sempre nello stesso punto. E ormai non pesca più nulla da tanto. Cosa vuoi pescare in queste acque limacciose e inquinate del Tevere? Eppure lui ogni giorno è qui. Ecco, io non vorrei diventare così, non vorrei continuare a provare a prendere qualcosa che ormai è perso per sempre."
(forse di) Monica Vitti

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domenica 23 agosto 2009

Note su Nikola Tesla

[...]
Tesla non fu mai sposato. Era celibe e asessuale e sostenne che la sua castità era molto utile alle sue doti scientifiche. Eccetto per le cene formali, egli mangiava sempre da solo, e mai, in alcuna circostanza, avrebbe cenato di sua spontanea volontà con una donna. Al Waldorf-Astoria e al famoso ristorante Delmonico's selezionava sempre particolari tavoli in disparte, che erano riservati a lui. Anche se veniva sempre descritto come una persona attraente quando interagiva con gli altri, Tesla spesso fingeva nel suo comportamento.
[...]
Nel 1926, Tesla, commentando durante un'intervista le malattie della subordinazione sociale delle donne e la lotta di queste verso l'uguaglianza dei sessi, indicò che il futuro dell'umanità sarebbe stato governato dalle "Api Regine". Credeva, infatti, che le donne sarebbero diventate il sesso dominante del futuro.

Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla

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martedì 27 maggio 2008

Into the wild sex

Castità e purezza morale erano qualità sulle quali il ragazzo rimuginava spesso e volentieri. In effetti, uno dei libri rinvenuti sull'autobus insieme alla salma fu una raccolta di storie che includeva La sonata a Kreutzer di Tolstoj, un cui un nobiluomo fattosi asceta denuncia le esigenze della carne. Diversi passaggi sull'argomento sono evidenziati con un asterisco e nelle pagine contrassegnate con orecchie a margine si accalcano criptiche annotazioni nella sua peculiare calligrafia, e nel capitolo «Leggi più alte» del Walden di Thoreau, di cui era presente una copia nell'elenco rinvenuto sull'autobus, il ragazzo aveva cerchiato «la castità è la fioritura dell'uomo; e ciò che si chiama Genio, Eroismo, Santità e simili sono solo i vari frutti che vengono come coseguenza di essa».
Noi americani siamo stempre titillati dal sesso, ossessionati, terrorizzati. Quando una persona apparentemente sana, specialmente un giovane uomo in buona salute, decide di sottrarsi alle tentazioni della carne, rimaniamo sconvolti e lo guardiamo di sbieco: sorge il sospetto.
Tuttavia, l'apparente innocenza sessuale di McCandless faceva da corollario a un genere di personalità che la nostra cultura sembra ammirare, per lo meno nei suo esempi famosi. L'ambivalenza del ragazzo nei confronti del sesso echeggiava quella dei celebri personaggi che avevano abbracciato la natura con forte passione - fra gli esponenti di primo piano Thoreau (che mai perse la verginità) e il naturalista John Muir -, per non citare gli innumerevoli pellegrini, cercatori, disadattati e avventurieri di minor fama. Come molti individui sedotti dall natura, McCandless sembrava giudato da una gamma di piaceri che soppiantavano il desiderio sessuale. La sua brama, in un certo senso, era troppo forte per accontentarsi del contatto umano. Forse il ragazzo si sentiva tentato dal femmineo, ma tale prospettiva non poteva che impallidire di fronte a quella di un rude convegno con la natura, con il cosmo intero. E fu per questo che Chris si diresse in Alaska.

Jon Krakauer, Nelle terre estreme (titolo originale Into the Wild), Milano, Corbaccio, 2008, 91-92

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sabato 19 aprile 2008

Astrologia druidica

Vicino a me si sedette una ragazza vestita stile rivoluzione culturale. Pantaloni di tela celesti ed una giacca-camicia dello stesso tessuto, con collo alla coreana.
Era molto carina, paffuta, un piercing con un brillantino sul naso, capelli neri e lunghi, occhi blu. Aveva qualcosa di vagamente sognante – o di vagamente idiota – nello sguardo, pensai. Parlò senza preavviso.
« A me questa musica vietnamita non piace molto ».
Allora non sei stupida come sembri, pensai. Sono contento. Anche a me non piace, anzi mi fa l'effetto di una serenata per unghia e lavagna. Stavo per dire qualcosa del genere, quando lei proseguì.
« A me piace molto la musica tibetana. Credo sia più adatta per evocare veri momenti di meditazione ».
Ah ecco. Musica tibetana. Perfetto.
« Hai mai ascoltato musica tibetana ?».
Non mi guardava in faccia. Era seduta composta quasi sul bordo del divano e guardava avanti. Diritto avanti in un punto imprecisato, come una demente. Mentre mi accingevo a rispondere mi accorsi che stavo assumendo la stessa posizione.
« Tibetana? Non sono proprio sicuro. Forse... ».
« Dovresti. E' la migliore per sbloccare i chakra, per liberare il passaggio dell'energia. Io ho percezione, stando vicino a te, che tu abbia un'aura intensa, un grande potenziale energetico, ma che tu non sia capace di liberarlo ».
Bevvi un altro bel sorso del folonari biologico e decisi di liberare il mio potenziale energetico. Lì, e in quel momento. Pensai che se l'era cercata.
« E' strano. Mi hanno detto qualcosa di simile, con altre parole, quando ho cominciato ad interessarmi di astrologia druidica ».
Quella si voltò verso di me, e negli occhi adesso esibiva qualcosa di simile ad una primordiale attenzione.
« Astrologia druidica ?».
« Si. E' un sistema astrologico su basi esoteriche, elaborato dai grandi sacerdoti di Stonehenge ».
« Ah, Stonehenge. Quella città antica in Scozia, con quelle strane costruzioni di pietra ».
Analfabeta. Stonehenge non è in Scozia, ma in Inghilterra e come tutti sanno, non è una città.
Non dissi così. Mi complimentai con le per il fatto che conoscesse Stonehenge, facemmo le presentazioni – Silvana, si chiamava – e poi le illustrai i principi dell'astrologia druidica. Disciplina da me inventata, in suo onore, quella sera. Le parlai dei riti astrologici delle notti del solstizio d'estate, delle intersezioni astrali e delle affinità siderali. Qualunque cosa tutto questo potesse significare.
Silvana era davvero interessata, adesso. Era difficile trovare un uomo con questa passione e queste conoscenze, così approfondite, disse. E con questa sensibilità.
Disse sensibilità lanciandomi uno sguardo carico di significati e allusioni. Io andai a fare un rifornimento di vino biologico.
« Bevi vino ?» disse con leggera nota di disapprovazione. Le ragazze new age bevono succhi di carota e tisane di ortica. Io ero ormai decisamente allegro.
« Ah certo. Il vino rosso è una bevanda druidica. E' un mezzo rituale utile per indurre stati dionisiaci ». Non stavo mentendo. Stavo dicendo che bere il vino è utile per ubriacarsi. Effettivamente stavo bevendo vino e mi stavo ubriacando. Così mi venne di parlare di una straordinaria pratica divinatoria. Anch'essa di mia invenzione. Si trattava della lettura del gomito, praticata dall'antico, mistico popolo caldeo. Occasionalmente mi intendevo anche di quella pratica, oltre che di oroscopo di Stonehenge.
Così le spiegai come, in base all'antica sapienza caldea, sia possibile leggere nel gomito sinistro di una persona le strategie dei sui destini incrociati. Trovai la cosa stupendamente priva di senso, ma lei non se ne accorse.

Gianrico Carofiglio, Ad occhi chiusi, Palermo, Sellerio, 2003

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sabato 8 marzo 2008

Lettera (d'amore) aperta a Barbara Serra

Cara Barbara Serra,
tempo fa ti ho conosciuto come ospite in questa bellissima trasmissione, poi, vuoi per il tuo accento inglese, vuoi per il tuo straordinario fascino, beh, ho perso la testa per te! Questo sarebbe rimasto un mio intimo pensiero se stamattina, festa della donna e proprio perché festa della donna, non avessi conosciuto anche la tua straordinaria biografia e carriera. Mi ha commosso il fatto che venisse preso il tuo esempio e la tua vita per celebrare questa strana "festa".
Ma la domanda è: sei una donna che la pensa diversamente perché sei cresciuta all'estero o sei all'estero perché la pensi diversamente?
Fai bene a dire che in Italia le donne non hanno le stesse opportunità che in altri paesi, come la Danimarca, fai bene a dire alle televisioni italiane che "la tua casa è Londra, non l'Italia". Le donne come te mi piacciono, di quelle che le cose se le conquistano, di quelle che le cose se le prendono per le capacità che hanno, e non grazie al battito delle ciglia. Fai bene a collegartici soltanto con l'Italia o, al limite, a farci le vacanze.
Che donna, ragazzi, che donna!

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venerdì 29 febbraio 2008

Racconti

"Penso che se fossi innamorato veramente di una donna, il mio più grande desiderio sarebbe quello di poter accarezzare il suo viso senza dovermi sentire in colpa. Nessun furto. Una carezza per una carezza, un abbraccio per un abbraccio."
Jorge Luis Domecq, Racconti d'amore, Aleph, 1972

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lunedì 11 febbraio 2008

Noi tipi strani

[...] Mentre pensavo a questo mi resi conto che era la seconda volta in due giorni che mi tornavano in mente cose dell'infanzia. Era strano perché io non pensavo mai all'infanzia. Non mi ricordavo quasi niente. Quando era capitato che qualcuno - qualcuna - mi chiedesse come era stata la mia infanzia avevo risposto a caso. Qualche volta avevo detto che avevo avuto una infanzia felice. Qualche volta avevo detto che ero stato un bambino triste. Qualche volta, quando volevo fare colpo, avevo risposto che ero stato un bambino strano. Mi dava un alone di fascino, pensavo. Noi tipi speciali spesso siamo stati bambini strani, era sottinteso.
Gianrico Carofiglio, Testimone inconsapevole, Palermo, Sellerio, 2002

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martedì 5 febbraio 2008

Donne

"Se fossi nato donna avrei certamente fatto la prostituta. Dato che ero nato uomo, impazzivo per tutte le donne, e più erano volgari meglio era.
Eppure le donne - le donne che valevano qualcosa - mi spaventavano perché finivano col volere la mia anima, e io volevo tenere per me quello che restava.
Di solito andavo matto per le prostitute, perché erano dure e insopportabili e non chiedevano niente. E quando se ne andavano non perdevo niente. Eppure desideravo con tutto me stesso una donna dolce, buona, nonostante il prezzo tremendo che sapevo di dover pagare. In entrambi i casi ero perduto.
Un uomo forte avrebbe lasciato perdere. Io non ero forte. E così continuavo a lottare con le donne, con l'idea stessa di donne."
Brano tratto da: "Donne" di Charles Bukowski

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domenica 27 gennaio 2008

Occhi tristi

Mentre svolazzo tra gli scaffali del Mediaworld di Ancona, incontro una raccolta di Chet Baker. Non mi ricordo bene quando lo ascoltai per la prima volta. So che mi piace molto, so che lo faccio suonare spesso, so che la musica di Chet Baker è bella, ma triste. Insieme.
Sembra strano, ma l'altra sera ho ritrovato nei tuoi occhi quella stessa triste e malinconica bellezza. Amaro, invece, è stato l'entusiasmo di dirtelo subito. Perché tu stupisci? Per me tutto ciò ha valore ed è importante.
Bastano le parole a comunicare tutto? O invece ci vuole anche culo :)?

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