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domenica 28 settembre 2008

E ora... al lavoro! Sono un professionista, no?

E' stata la mia prima settimana di lavoro qui in Irlanda. E' stata una settimana non facile, gli orari fissi non fanno per me. Precisamente nove-tredici e precisamente quattordici-diciotto: è veramente tanto per il mio corpo abituato ad un lavoro continuo ma evidentemente con più pause di mezzo. Forse da solo lavoravo semplicemente meno, non so.
Se all'inizio questa avventura irlandese è stata obiettivamente un pò dura, poi subito si è trasfomata in un paradiso, posso dire che questa settimana è stata quella dell'atterraggio sulla terra, come mi ha giustamente detto un mio cliente. Doveva comunque succedere che qualcosa mi riportasse coi piedi per terra.
Il lavoro non è male, i colleghi sono molto simpatici, l'ufficio è in pieno centro, ogni giorno è possibile andare a mangiare in un posto diverso. Penso per un mese consecutivo sempre in posti diversi: giapponese, cinese, indiano, irlandese, italiano. Tutto insomma. Ma la "normalità", la routine sono il mio vero grosso scoglio psicologico da superare. E' stata difficile sopratutto per questo, non tanto per il lavorare in se. Ma l'Irlanda è la terra delle sorprese, come ho imparato da un mese a questa parte. E' come il tempo: muta sempre, cambia in continuazione. 
Infatti che la prima, grossa, sbornia irlandese avessi dovuto prendermela con il mio nuovo capo, era veramente difficile da prevedere. Il terzo "colloquio", come i primi altri due, si sono svolti all'irlandese, ovvero al pub. Mi hanno confermato. Si va avanti. Si è parlato di: politica partita iva berlusconi tasse è il sistema che è corrotto sei congruo? cane derrik is dead cork dog races fucking trainer terzo mondo book engine mio record di pinte battuto alla grande moglie figli cane fatture appartamenti se tu vuoi hai questa opportunità. Di tutto questo e non, ovviamente, in questo ordine. Parlando con lui mi si sono aperte tante possibilità e prospettive, come quella, potenziale, di tornare in Italia e lavorare per l'Irlanda, la prospettiva di lavorare con orari più flessibili, la prospettiva insomma di decidere insieme come svolgere la nostra attività e il nostro rapporto futuro. Come crescere insieme. In tanti anni di esperienza, ormai, sono irriducibilmente diffidente rispetto a queste situazioni capo-dipendente. Ma perché non crederci? Perché essere sempre pessimisti sul prossimo? Era prevedibile una sbornia col capo? Era prevedibile che quel venditore su ebay, dopo avermi inviato un telecomando rotto, me ne avesse inviato un altro, rimettendoci, proprio perché il primo non funzionava?
Voglio dare speranza, ho speranza, che tutto quello che non va qui in Irlanda possa crescere, mutare e fiorire. La differenza dall'Italia, e non so se dipende dal mio stato d'animo, è che qui veramente queste cose hanno la possibilità concreta di accadere. Basta volerlo. Let's go, andiamo avanti. Vediamo che succede... Vediamo che succede...La vita irlandese, come il tempo, è imprevedibile e si costruisce giorno per giorno.

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